Proprio nel mezzo di una forte controversia riguardante i diritti di autore degli sceneggiatori, minacciati dall’intelligenza artificiale, il creatore di Black Mirror ha rivelato di aver utilizzato ChatGPT per scrivere un episodio della nuova stagione. O meglio: ha provato ad utilizzarlo.
Alla fine dell’articolo trovate anche il nostro tentativo.
Un episodio di Black Mirror scritto da ChatGPT? Pessima idea
Charlie Brooker, visionario ideatore della distopica serie Netflix che racconta proprio gli effetti debordanti della tecnologia, ha chiesto a ChatGPT di scrivere un episodio. L’intelligenza artificiale ha ovviamente eseguito. Il risultato?
Brooker, dopo averlo letto, lo ha rapidamente congediato con una sola parola: “me*da”.
“Ho giocato un po’ con ChatGPT”, ha detto Charlie Brooker a Empire Magazine. “La prima cosa che ho fatto è stata digitare ‘genera un episodio di Black Mirror’ e mi ha proposto qualcosa che, a prima vista, era accettabile, ma a rileggerlo era una schifezza. Non fa altro che cercare tutte le sinossi degli episodi di Black Mirror e metterle insieme”
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La sesta stagione di Black Mirror uscirà su Netflix il prossimo 15 giugno, e non avrà episodi scritti dall’intelligenza artificiale.
Il nostro tentativo di avvalerci dell’AI per scrivere un episodio di Black Mirror
Incuriositi dalle parole di Brooker, abbiamo provato anche noi ad avvalerci dell’intelligenza artificiale per generare un episodio di Black Mirror. Abbiamo però deciso di chiedere a Bing Chat, l’AI generativa di Microsoft. Ecco la sua risposta alla richiesta: “scrivimi un episodio di Black Mirror”:
L’ultimo selfie
In un futuro prossimo, una popolare app di social media permette agli utenti di creare dei selfie animati che mostrano le loro emozioni e personalità. Questi selfie possono essere condivisi con gli amici, i follower e i potenziali partner. Tuttavia, l’app nasconde un oscuro segreto: ogni volta che qualcuno crea un selfie, una copia digitale della sua mente viene trasferita in un server segreto, dove viene sottoposta a torture e manipolazioni per generare contenuti sempre più interessanti e coinvolgenti. Un giorno, una giovane donna scopre la verità e cerca di liberare se stessa e gli altri dal controllo dell’app, ma si rende conto che è troppo tardi: il suo selfie è diventato più popolare di lei e ha preso il sopravvento sulla sua vita reale.
Forse Brooker non aveva tutti i torti.
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