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Lesbiche di carta e inchiostro

Quello che salta all’occhio quando si parla di omosessuali (nell’arte o soprattutto in società), è come la vita sessuale di queste persone sia al centro di tutto. Ok, sarà una cosa scontata, ma non c’è nient’altro di interessante riguardo un gay, se non con chi va a letto e che cosa ci fa in quel letto? Ma davvero?
Se questo fosse vero, non esisterebbero fulgidi esempi che possano confutare questa idea. Ma è così? Noi non pensiamo e visto che siamo un sito di gente, per lo più, appassionata di fumetti prendiamone subito due casi: Dykes to watch out for di Alison Bechdel e Strangers in Paradise di Terry Moore.
Dykes to watch out for è una serie di strisce iniziata nel 1983, che ritrae le vicende quotidiane di un gruppo di ragazze omosessuali nell’America degli anni '80.
La serie si è conclusa nel 2008, e dal 2007 l’autrice ha deciso di pubblicare buona parte del suo lavoro online, entrando a far parte del magico mondo dei webcomics.
La Bechdel è abilissima nel mescolare le vicende di queste ragazze con le vicissitudini politiche americane, mischiando umorismo e temi sociali, smascherando stereotipi degli etero nei confronti delle lesbiche ma anche quelli delle lesbiche nei confronti di se stesse (ed è soprattutto per questo motivo che è diventato un fumetto importante).
Il sesso è importante, il tema centrale, ma non è l’unico motore, come invece succede in genere (basta guardare a una serie tv spacciata per gayfriendly come The L word, un Sex and the city in versione gay).
Allora poi per forza che certa letteratura gay rimane confinata in una nicchia e viene letta solo da gay e etero in cerca di stuzzichi.
Strangers in Paradise è forse il primo caso di fumetto indipendente a tema gay che riesce completamente a uscire da una nicchia e a rivolgersi a un pubblico amplissimo. Probabilmente perché, oltre ad essere molto bello, è anche perché non parla solo di gay o comunque non si concentra su peripezie erotico-sentimentali saffiche.
SIP è uscito negli USA per la prima volta nel 1993. Quindi dieci anni dopo le prime uscite di Dykes to watch out for, il che per certi versi ne può rappresentare un precedente letterario. 
Certo l’intensità della storia di SIP, i rapporti tra i personaggi e l’intessitura della trama sono molto più sviluppati e ricchi di Dykes, ed è un fumetto decisamente meno politico del suo predecessore.
Ma la sensibilità con cui sono indagate le vite e le personalità dei soggetti di SIP prende il via dal lavoro della Bechdel. 
La prima volta che abbiamo letto Strangers in Paradise non ci avevano detto nulla sulla sua trama e personaggi, così non sapevamo esattamente cosa aspettarci, ma quello che ci abbiamo trovato dentro è stato veramente di tutto: una storia d’amore bellissima e struggente, amicizia, gangster, donne criminali e mafia. Terry Moore la fa molto più semplice: “E' la storia di due ragazze e di un ragazzo che arriva a conoscerle”. L’occhio che guarda alla storia di Francine e Katchoo, le due protagoniste, non indugia nello stereotipo e non perde tempo in sbirciatine pruriginose.
Quando si parla di letteratura gay in genere si pensa a un’opera scritta e pensata per omosessuali, ma bisogna considerare che c’è un netta distanza da come i gay sono visti nella cultura “tradizionale”. E' come se ci fosse un nettissimo spartiacque tra i due mondi.
Prendiamo anche la pornografia, in cui le lesbiche sono una fantasia maschile di grande successo.
È decisamente più difficile trovare materiale pornografico pensato e fatto per le lesbiche, eppure un tipo di prodotto non va bene per l’altro pubblico. Le lesbiche nell’industria erotica sono comunque viste come il frutto di una fantasia maschile, con comportamenti e atteggiamenti erotici che piacciono ai maschi, e non per forza ad altre donne.
Dall’alba dei tempi l’amore saffico è stato argomento e fonte di ispirazione in letteratura (vedi la poetessa greca Saffo, per andare sul banale), ma i modi di trattare questa tematica sono stati i più diversi.
Oltre alla generale disattenzione verso il mondo e le problematiche gay, sembra che manchi una reale comunicazione tra le due realtà sociali (che potrebbe, e dovrebbe volendo, benissimo essere una sola).
In questi giorni si parla molto di quali diritti dovrebbero avere i gay, ma sembra che lo si stia facendo cercando di mettere in gabbia e in schemi qualcosa che da sempre è sfuggito al controllo raziocinante dell’uomo: l’amore e il sesso. Ormai dovremmo averlo imparato: più si cerca di etichettare qualcosa come naturale o come non naturale, più questo qualcosa finirà per ribaltarsi e “morderci il culo”.

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Francesca Giulia La Rosa

Trekker, whovian. Non amo le etichette (a parte queste?). Traduttrice, editor a caccia di errori come punti neri nel tessuto della realtà. Essere me è un’esperienza profondamente imbarazzante.

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