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Il peso dei sogni

Oggi voglio parlare di shōjo, ma non di quelli melensi, che ti fanno cadere le ginocchia e venire il diabete dopo le prime tre pagine. Insomma ne leggi due o tre e sai già come andranno a finire, sia tutti quelli che sono stati pubblicati in passato sia quelli che verranno pubblicati in futuro. 
Ma non è quello di cui mi interessa discutere ora.
C'è un'autrice, a me particolarmente cara, che credo fermamente sia riuscita a dare un altro sapore ai manga così detti “per ragazze”: Yazawa Ai.
Era l'estate dei miei …… anni (sì sì sto rievocando come le nonne) e per caso vidi una puntata di “Curiosando nei cortili del cuore”, l'anime dal titolo italiano orrendo tratto dall'opera Gokinjo monogatari (ご近所物語 , Storie del vicinato) della succitata autrice. Devo ammettere che i disegni non erano appetibili ma qualcosa nella storia ha subito colpito il mio interesse. 
In seguito a numerose peripezie sono riuscita ad entrare in possesso di tutti i numeri del manga, ed è stato subito amore.
Tenshi nanka ja nai (天使なんかじゃない, Non sono un angelo) , Gokinjo monogatari, il suo seguito Paradise Kiss (パラダイス・キス ), e Nana (ナナ ). Dal primo all'ultimo manga si può avvertire la crescita dell'autrice, così come maturano i suoi personaggi. 
Non sono un angelo è uno dei più acerbi e ingenui, ma possiede quella semplicità e quella dolcezza che attira le ragazze e quel “non so che” necessario perché sia godibile anche da parte di un pubblico maschile.
Poi arriva Gokinjo, in cui un gruppo di studenti di un istituto d'arte divenuti amici, debbono fare i conti con quello che è la vita vera, che con un colpo di spugna è in grado di cancellare in un attimo le illusioni e le aspettative dell'infanzia. Trovarsi davanti ai propri limiti, dover imparare a conviverci e inventarsi un modo per sfruttare al meglio ciò che si ha, questo è crescere. Un processo doloroso, che lascia il segno. Imparare a rapportarsi con gli altri, inciampando goffamente ogni volta, come quando abbiamo cominciato a camminare.
Quando si passa a Paradise kiss è come andare a sbattere continuamente contro un muro. La Yazawa non ti asseconda mai, non ti da mai la soddisfazione di fare le scelte che vorresti messe in atto. I personaggi, e tu con loro, vengono scaraventati nel gelo della realtà, in maniera ancora più cruda rispetto al manga precedente: la vita va avanti, ciò che pensavi sarebbe durato per sempre è già diventato passato, quello che per te ora è importante sarà solo uno scherzo di cattivo gusto, o un ricordo dal sapore amaro. Ma l'istante congelato nel tempo, il vivere esclusivamente nel presente tipico degli adolescenti in mutamento è altrettanto splendente, quasi accecante.
Infine Nana, l'opera non finita, che ci fa tremare all'idea di non vederne mai la conclusione. L'opera che ha consumato la sua autrice. Permeata di speranza, di amore, di amicizia, tutte però pregne di un'aura di malinconia, di nostalgia, illuminate dalla fredda luce della conoscenza. I personaggi non sono o buoni o cattivi, non sono solo crudeli o gentili, sono persone vere, a tuttotondo, gonfie di buoni propositi e ammirabili per i loro difetti.
Non sono semplicemente storie d'amore, sono i racconti di come la realtà influisce sui nostri sogni, trasformandoci da adolescenti in persone adulte. Sono crude ma sognanti, ispirano sospingendoti verso ciò che aneli, ma sempre ricordandoti di non farti abbattere dalle conseguenze.
Ti insegnano ad essere forte, perché altrimenti potresti finire in frantumi, sotto il peso dei tuoi stessi desideri soddisfatti.
I protagonisti vedono i loro sogni realizzarsi, ma ciò non vuol dire che saranno finalmente felici. Viene mostrata anche l'altra faccia della medaglia, perché per tutto ciò che conquisterai ci saranno altrettante cose cui dovrai rinunciare, persone importanti che saranno lasciate indietro, momenti che si consumeranno come candele accese.
Lo stile è decisamente particolare, o ti piace o non ti piace. Io personalmente lo adoro, quelle forme allungate, al limite della deformità, gli sfondi tra fotografie e retini, gli abiti, gli abiti follemente belli, con cui vorrei riempirmi l'armadio. Si vedono i colori nel bianco e nero, l'arcobaleno dei grigi.
Ed ogni particolare è curato, la musica, i luoghi realmente esistenti (sono stata al Jackson hole, gli hamburger sono davvero fantastici), portano il manga a collegarsi con la nostra vita, così da creare un ponte che possiamo attraversare, perdendo i confini tra ciò che è finzione e ciò che non lo è.
Da poco è stato  pubblicato Ultimi raggi di luna (下弦の月  Kagen no tsuki ) nella versione in due volumi con la copertina cartonata e sovraccopertina. Non sapendo se sarebbe mai arrivata da noi, tempo fa ho fatto in modo di procurarmene una copia in giapponese e vi assicuro che ne vale la pena, soprattutto se non avete ancora quel manga nella vostra collezione.
E se per caso vi è venuto in mente che questa possa essere stata tutta una sviolinata per l'autrice giapponese… Bè come darvi torto, è assolutamente vero!
Ma ciò non toglie che ciò che ho scritto sia vero, e vi invito caldamente a leggere qualche sua opera (nel caso in cui ancora non l'abbiate fatto) per concordare o, eventualmente, discordare.
Non dimenticate di scrivetemi! Scrivetemi! Scrivetemi! Sia per farmi sapere cosa ne pensate, sia se avete domande o curiosità riguardanti il mondo del Sol Levante (l'indirizzo è: redazione@orgoglionerd.it )
See you space cowboy

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