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Assassin’s Creed 3: la saga si conclude?

Assassin’s Creed 3 è uscito ormai da un mesetto ed è dunque giunto il momento di tirare le somme sulla saga videoludica appena “conclusa”. Vi mettiamo in guardia, questo articolo contiene pesanti SPOILER sul finale del terzo capitolo, quindi se non lo avete ancora finito e non volete rovinarvi la sorpresa smettete di leggere ora.

Dunque siamo arrivati alla fine della saga di Desmond, e facciamo notare questo particolare perché ci sembrava scontato ben prima dell’uscita del gioco che la storia di Assassin’s Creed non sarebbe finita in quest’episodio. La stessa Ubisoft aveva fatto intuire anche solo definendo il terzo capitolo come "la fine della storia di Desmond" che in realtà esistono piani futuri per un proseguimento del brand. Come ben sa chi ha seguito la serie fin dal primissimo capitolo, lo scopo principale di Desmond e compagni era tentare di salvare il mondo da una devastante tempesta solare che già millenni prima aveva posto fine alla primissima civiltà, i precursori, esseri molto simili agli uomini, tecnologicamente molto avanzati e creatori dell’umanità. Nel frattempo che si cercava di capire come fermare questa catastrofe nuovi elementi entravano in scena nella fitta trama del gioco: la lotta protratta in tutte le epoche fra assassini e templari, due stili di pensiero simili ma inconciliabili; gli avvenimenti della prima civilizzazione, fra  la creazione dell’uomo, la rivolta ordita da Adamo ed Eva e la catastrofe finale; le storie di personaggi secondari come il soggetto 16, Lucy, ecc.

Ma la conclusione della saga di Desmond è stata una degna fine?
Effettivamente la trilogia, poi diventata pentalogia, si può considerare conclusa con il salvataggio del mondo e il sacrificio di quest’ultimo, ma il finale non ci ha soddisfatto completamente. Quando avevamo giocato il primo capitolo e scoperto il collegamento con la prima civiltà, avevamo capito che Desmond sarebbe diventato sempre più importante nella storia. Questo era stato confermato con la crescita del protagonista nei capitoli successivi, dato che pian piano si trasformava in un vero assassino, e vedendo la sua evoluzione ci eravamo immaginati un ultimo capitolo in cui avremmo usato per metà gioco un antenato e l’altra metà Desmond. In Assassin’s Creed 3 si è tentato questo approccio, ma troppo timidamente. Desmond lo si usa in poche missioni e anche la resa dei conti finale con Vidic e Daniel Cross, personaggio introdotto nei fumetti della serie e qui buttato dentro senza una decente spiegazione per chi non li avesse letti,  dà un senso di sbrigatività agli eventi, come se quelle missioni fossero secondarie mentre il vero fulcro della storia fosse Connor e la rivoluzione americana. Il vero protagonista della saga dovrebbe essere Desmond quindi è un vero peccato che gli sia dato così poco spazio, avremmo preferito usarlo molto di più almeno in quest’ultimo capitolo, magari con una sezione di gameplay dedicata a lui più approfondita e con meccaniche uniche e non copiate dalla parte vista nell’Animus.
Ci sembra d’obbligo parlare anche un po’ dell’altro protagonista, Connor.
Connor
ci è piaciuto molto tanto da non farci rimpiangere troppo Ezio e Altair. Ci è piaciuta molto la scelta di renderlo un nativo americano e tenerlo lontano da qualsiasi idealismo patriottico che rischiava di far diventare troppo di parte l’assassino e che sarebbe stato poco credibile all’interno della confraternita, anzi è da elogiare come vengano mostrati i difetti di tutte e due le parti in lotta anche per Washington e i patrioti, così da far capire che non esistevano davvero dei veri buoni e dei veri cattivi.  Connor combatte per l’ideale di libertà per gli assassini e per il suo popolo, nonostante gli iniziali propositi di vendetta. Lui rappresenta la parte più ingenua e più legata alla natura e alla parte spirituale del credo degli assassini, sin da subito decide di combattere per un bene superiore, prima per liberare il suo popolo, poi tutta l’America. Questi suoi ideali sono dovuti in parte anche alla giovane età e lo mettono in contrapposizione con i suoi due predecessori, dove invece Altair incarnava la serietà e il senso del dovere dell’ordine ed Ezio invece dapprima mosso dai suoi impulsi personali, agendo anche lui per vendetta, matura col tempo agendo anch’egli per la libertà dei popoli. L’unica pecca è che la  storia di Connor sembra molto meno legata a quella di Desmond rispetto agli altri due predecessori.

Abbiamo apprezzato il colpo di scena finale del vero piano di Giunone e delle sue trame contro Minerva e Tinia, e soprattutto la scelta fatta da Desmond fra le due. Il piano di Minerva era inconcludente a lungo andare, lasciare che l’umanità venisse distrutta per poi ricostruirla e  inculcargli un ideale di pace che poi nei secoli futuri sarebbe stato corrotto come già successo più volte nella storia umana non avrebbe mai fatto uscire l’umanità dal ciclo di dolore e guerre di fede. Apprezziamo dunque molto il gesto di Desmond di sacrificarsi per cercare di cambiare il corso degli eventi dando fiducia al futuro e sperando che qualcuno riesca a fermare la rediviva Giunone, insomma una scommessa molto rischiosa, ma l’unico modo possibile per cambiare la storia. C’è da dire che  nonostante sembri morto, Desmond potrebbe ancora ritornare in futuro, magari sotto forma di dati come i precursori, insomma nulla è dato per certo. In definitiva le idee di questa conclusione ci sono sembrate buone ma con una realizzazione approssimativa e dettata da un inspiegabile fretta, avremmo preferito qualcosa di più studiato ed epico come il finale di Revelations che concludeva ottimamente le storie di Ezio e Altair.
Ci sono ancora diversi interrogativi però lasciati in sospeso: ad esempio il ruolo di Eva di cui si parlava nei precedenti giochi e che Desmond avrebbe dovuto trovare, il passato misterioso dei precursori, tra cui le loro origini e i dettagli su cosa è successo davvero nell’antico passato fra loro e gli umani, ma per il momento non possiamo giudicare e bollare la mancanza di questi elementi come buchi nella storia perché probabilmente potrebbero venire ripresi in futuro, anzi la storia di Eva potrebbe essere il perno per una saga successiva.  Dunque Assassin’s Creed 3 rappresenta si una fine all’interno della saga ma anche un nuovo inizio per un nuovo capitolo della storia che potrebbe portare a qualsiasi sviluppo.

Cosa ci possiamo aspettare quindi dal futuro della saga videoludica?  
Il timore più grande è che essendo ormai diventato appuntamento annuale rischi di diventare noioso e ripetitivo nelle meccaniche  e che la trama vada avanti snaturandosi e rovinandosi solo per poter realizzare un altro capitolo, il rischio si iniziava a vedere in Revelations in cui le meccaniche erano diventate troppo abusate e iniziavano a stancare, fortunatamente il terzo capitolo è riuscito a svecchiare il sistema aggiungendo diversi elementi interessanti, come la frontiera e le battaglie navali, davvero ben realizzate, mentre una cosa che vorremmo vedere  nei futuri capitoli è di rinnovare per bene il sistema di combattimento, che già ha visto un lieve miglioramento rispetto al passato con le guardie che finalmente non attaccano più una alla volta, ma il sistema dà ancora la sensazione di essere troppo semplice e alla lunga monotono nella lotta corpo a corpo, dove si possono decimare eserciti premendo sempre lo stesso pulsante.
Ubisoft quindi per il momento è sempre riuscita a rinnovare l’interesse nei suoi giochi ma deve stare attenta a non tirare troppo la corda, specialmente dal punto di vista della trama, dato che la futura saga si porterà dietro molti interrogativi della vecchia e dovranno riuscire a incastrarli per bene per mantenere la credibilità della storia fin’ora costruita. C’è da dire che la saga di Assassin’s Creed offre infinite e interessanti possibilità riguardo l’ambientazione, cosa che certamente può dare un grosso contributo al rinnovamento del gioco. Ci piacerebbe infatti molto vedere nuovi periodi storici, come per esempio: un gioco ambientato nell’antico Giappone feudale sarebbe fantastico, oppure anche in Cina, infatti durante AC3 si parla di un’assassina cinese con una storia alle spalle molto interessante, oppure anche un capitolo ambientato nella rivoluzione francese o magari nell’antica Roma. Shaun e Desmond durante una conversazione in AC3 parlano di usare l’Animus per vedere il mondo ai tempi della prima civiltà, anche questa sarebbe una possibilità parecchio interessante, e perché no anche un capitolo ambientato solo nel mondo moderno per vedere al meglio la lotta con Giunone. Insomma le possibilità da questo punto di vista non mancano speriamo solo vengano sfruttate al massimo.
Il verdetto finale sulla storia quindi è in parte rimandato; la saga di Desmond sembra conclusa, ma un nuovo capitolo sembra pronto a farsi avanti, non ci resta dunque che aspettare l’anno prossimo per capire se la nuova saga sarà all'altezza della precedente oppure snaturerà tutto quello fatto fin’ora.

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Silvio Mazzitelli

Di stirpe vichinga, sono conosciuto soprattutto con il soprannome “Shiruz”, tanto che quasi dimentico il mio vero nome. Videogiocatore incallito sin dall’alba dei tempi, adoro il mondo videoludico perché dopo tanto tempo riesce sempre a sorprendermi come la prima volta. Scrivo ormai da diversi anni di questa mia passione per poterla condividere con tutti. Sono uno dei fondatori di Orgoglio Nerd e sono anche appassionato di tutto ciò che riguarda la cultura giapponese e la mitologia (in particolare quella nordica).

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