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Arsenio Lupin: chi è il ladro gentiluomo?

Scopriamo il passato letterario del celebre personaggio francese

Di Lupin al mondo uno c’è n’è“. Così cantava per la prima volta Enzo Draghi nel lontano 1987 presentando all’Italia uno dei ladri più famosi dell’ultimo secolo. Arsenio Lupin III faceva la sua comparsa nelle televisioni nostrane con il suo sorriso, la sua spacconeria e la sua innata furbizia. Prima di allora quel nome non era così sdoganato come lo è oggi. Nonostante diverse comparsate narrative, teatrali, cinematografiche e televisive, il nome di Arsenio Lupin era sconosciuto ai più. Con la scusa della nuova serie Netflix omonima ci prendiamo l’occasione di parlare delle origini letterarie del Ladro Gentiluomo.

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Arsenio Lupin: un nome, una garanzia

Che siate neofiti o meno dell’universo Lupiniano (termine totalmente inventato in questo momento) sicuramente alla parola Lupin assocerete immediatamente la parola ladro. Arsenio/Arsène Lupin nasce nel 1905 sulla rivista periodica Je sais tout, ad opera di Maurice Leblanc. Come fonte d’ispirazione lo scrittore si ispirò alla vita di Alexandre Marisu Jacob, un anarchico francese e ladro di talento, conosciuto per i furti a ricchi borghesi e per il suo senso dell’umorismo.

La figura del ladro gentiluomo ebbe subito il merito di saper affascinare i lettori, spingendoli a chiedere ad alta voce altre avventure e muovendo la penna a scrivere nuovi racconti, romanzi e pièce teatrali. Il debole per le donne, la passione per il lusso e l’incredibile scaltrezza al centro delle storie, unite alla teatralità della narrazione, rappresentarono la fortuna del personaggio. Un antieroe per definizione, finendo per essere protagonista di trentanove racconti, diciotto romanzi e cinque opere teatrali (soltanto tra il 1905 e il 1941).

Il fascino del crimine

Da allora ricevette innumerevoli trasposizioni cinematografiche, televisive, teatrali, citazioni e ammiccamenti d’occhio. Iniziò a serpeggiare nell’immaginario comune la figura di quel ben vestito che truffava i cattivi, un Robin Hood spogliato di arco e dotato di uno stile fino non indifferente. Attraversò i decenni, cambiando volto e impronta, ma accrescendo sempre di più la sua fama, impareggiabile e sfuggevole come uno spettro d’alta società.

È però nel 10 agosto 1967, sulle pagine di Weekly Manga Action, che la sua leggenda si preparò ad esplodere. Monkey Punch, giovane mangaka, prese quel ladro francese e ne creò una discendenza, regalandoci il nipote di Arsenio Lupin e aggiungendo un terzo al nome. Il furto era compiuto. Creando uno dei personaggi manga più iconici del secolo Punch regalò al pubblico anche il suo passato.

Lupin III The First

Arsenio Lupin, l’eleganza del furto

Nel suo furto (non tanto apprezzato dalla discendenza di Leblanc) il mangaka traspose molte delle caratteristiche di Arsenio Lupin nel nipote. Ladro gentiluomo stampato addosso, sempre in aiuto dei più bisognosi, amante delle donne, del gioco, del denaro e con uno spiccato senso dell’humor. Se non sapessi che sono due persone diverse direi che i due si assomigliano parecchio. Abile trasformista, atletico, prestigiatore geniale, maestro del furto, furbo, intelligente, acculturato. Niente da dire: la mela non cadde tanto lontano dall’albero. Così infatti si presentava Arsenio Lupin sulla carta stampata e così i francesi hanno imparato a conoscerlo e ad invidiarlo. Perché andiamo, chi non invidierebbe la vita di un personaggio del genere.

Un nuovo Arsenio Lupin

Non possiamo che alzare le mani davanti ad un personaggio che ha dato origine ad un successo editoriale e a molteplici incarnazioni, facendone un’icona del genere. A partire dall’8 gennaio 2021 una serie omonima approderà anche su Netflix, con il volto di Omar Sy, non propriamente nei panni di Arseno Lupin, ma che ne incarnerà i valori e lo stile. Senza nulla togliere alla recensione che arriverà nei prossimi giorni possiamo solo sperare che lo spirito del personaggio torni a fare capolino anche in quest’ultima avventura, ricordandoci perché da piccoli ci fermavamo la domenica pomeriggio a guardare la televisione prima di uscire a giocare.

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Mattia Russo

Laureato in Comunicazione, Marketing e Pubblicità per farla breve, e aspirante giornalista. Curioso per natura, dalla vena impicciona, tendo a leggere qualsiasi cosa, con un'inclinazione al fantasy. Non sono uno che ama i silenzi e parlo troppo. Pace.

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