Scavando tra i reperti archeologici abbiamo trovato antichi giochi da tavolo! In certi casi è successo davvero così: archeologi hanno trovato scatole di legno, tavolette, segnalini… Gli antenati di tabelloni, mazzi di carte, meeples… E molto altro! Talvolta questi antichi giochi da tavolo sono sopravvissuti fino ai giorni nostri, diventati famosi e diffusi in tutto il mondo. Pensiamo a dama e scacchi, giochi a cui abbiamo giocato tutti almeno una volta nella vita! La dama in origine si chiamava alquerque, gioco nato non più tardi del secolo XV a.C.. Gli scacchi sembrano aver origine in India del sud, nell’impero Gupta. Siamo nel VI secolo e derivano da un gioco chiamato chaturanga. Da questa versione si sono poi sviluppati in varie varianti, in oriente (cinesi, giapponesi,…), nella zona arabica (persiani, arabi) ed in Europa.
Antichi giochi da tavolo egiziani: il Senet
Le regole di Senet purtroppo sono andate perse nei secoli. Ci sono arrivati regolamenti frammentati e contraddittori. Si è tentato diverse volte di ricreare il funzionamento di questo gioco, arrivando a diverse varianti moderne.
Senet è per due giocatori, e richiede una scacchiera di 3 file da 10 caselle, dove ognuno posiziona le proprie pedine, 7 bianche per un giocatore e 7 nere per l’altro. Serve inoltre un dado per realizzare il punteggio per gli spostamenti delle pedine. Lo scopo è far uscire tutte le proprie pedine dalla scacchiera.
2500 a.C.: il Go
L’obiettivo del gioco è controllare una superficie del goban più ampia di quella controllata dall’avversario. In turno ogni giocatore piazzerà la propria pedina in modo che non possa essere catturata ed in modo da controllare un’area che non possa essere invasa dall’avversario. Le regole del Go sono uguali dalla sua nascita, quindi se il Senet è il gioco più antico di cui abbiamo notizie, il Go è il gioco più antico ad oggi praticato.
Il Go esiste oggi in formato fisico, con goban di legno e pietre di plastica, ma anche in formato online e su app per telefono. Inoltre è un gioco sul quale sono nati molti detti, che richiamano le regole del gioco e che possono essere intesi come piccole lezioni di vita. Ad esempio: “Una giocata non è mai buona o cattiva, è il modo in cui ci si serve di quella pietra che è buono o cattivo”. Per chi fosse interessato a conoscere il Go, esiste la Federazione Italiana Gioco del Go, che organizza tornei e che offre sul proprio sito il regolamento del gioco.
Antichi giochi da tavolo mesopotamici: Il Gioco Reale di Ur
Restiamo nello stesso periodo, ma cambiamo luogo. Andiamo in Mesopotamia, nel golfo Persico, vicino alla foce tra Tigri ed Eufrate. Qui troviamo i resti della città di Ur, nelle cui tombe reali sono state trovate delle tavole da gioco che hanno preso il nome di Gioco Reale di Ur. Viene considerato tra i più antichi reperti completi di un gioco da tavolo.
Nei ritrovamenti, sparsi per tutto il Medio Oriente, non venne mai trovato il regolamento. Ci si è basati allora sulla componentistica. La ricostruzione più verosimile è quella di Irving Finkel, curatore del British Museum. Si tratterebbe di un gioco di percorso e d’azzardo, dove i giocatori devono entrare da una casella e percorrere la tavola di gioco fino all’uscita. Ci si muove di un numero di caselle determinato da un lancio dei dadi. Se si termina su una casella occupata da un avversario, la sua pedina deve ripartire dall’inizio. Se si attraversa una delle caselle con la rosetta, bisogna pagare una posta alla cassa. Se vi si termina il turno si ritira una posta dalla cassa, ed il pezzo è immune dall’essere spostato all’inizio se l’avversario ci finisce sopra.
Ludus Duodecim Scriptorum
Andiamo nell’Antica Roma, dove troviamo diverse tabulae lusoriae (tabelloni di gioco). Si tratta di tavoli di marmo creati scavando ed incidendo la parte superiore, formando quindi una specie di tabellone. Il nome del gioco, Ludus Duodecim Scriptorum, significa gioco delle dodici scritte. Questo richiama il tabellone, dove erano incise delle linee o delle lettere che formavano frasi.
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Le pedine iniziano tutte fuori dal tabellone, ed una volta tirati i dadi si può scegliere tra diverse mosse. Si può spostare una pedina in una casetta sul bordo d’entrata corrispondente al risultato sommato dei due dadi. Oppure si può mettere una pedina nella casella d’ingresso con il valore di un dado, ed una seconda sul valore corrispondente al secondo dado (ed una terza corrispondente al valore del terzo dado, se si usano tre dadi). Oppure si può posizionare una pedina su una casella di ingresso corrispondente al valore di un dado, poi spostare quella pedina o una pedina già sul tabellone su una casella con il valore del secondo dado. Si continuano questi spostamenti a turno, e vince chi arriva per primo all’ultima casella.