Intrattenimento

Anna: Italia e videogames indie

Iniziamo con una domanda a bruciapelo. Cosa pensate dei videogiochi sviluppati da software house italiane? Molti di voi, e ci scusiamo già da ora per la supponenza, si chiederanno: "Davvero esistono software house italiane che si occupano di videogiochi?". Sì, ce ne sono. Poche, pochissime, ma ce ne sono. Molte di loro operano al momento nella scena indie, lontani, comunque dai mega-titoli prodotti per il mercato globale.
Possiamo dirlo tranquillamente: l'Italia non è di certo tra le super potenze mondiali del videogioco. Pensate che titoli del calibro di The Witcher, STALKER, Call of Juarez o Dead Island sono stati sviluppati da team provenienti da Paesi come Ucraina e Polonia. Nulla togliendo a questi Paesi, crediamo che l'Italia abbia le risorse per fare di meglio.
Allora perché non sono sfruttate? Perché c'è davvero così poca gente che vuole investire sul mercato del videogioco? Potremmo stare a parlarne per ore senza trovare una risposta. Probabilmente non c'è nemmeno una risposta.
Quindi, un giovane programmatore appassionato di videogiochi, il cui sogno è fare concorrenza ad Assassin's Creed, non ha molte chance di vedere il suo prodotto sul mercato. L'unica soluzione, che molti hanno intrapreso, è quella di buttarsi sulla scena indipendente, o meglio conosciuta solo col nome indie, però, in primo luogo, non potrà mai raggiungere il suo sogno di avere successo mondiale e, in secondo luogo, tutta la produzione e la realizzazione del videogioco graverà unicamente sulle spalle del giovane programmatore appassionato di videogiochi.
Tra le poche realtà indie esistenti, poche riescono a trovare un publisher o, semplicemente, a immettere il proprio lavoro sul mercato.
Però una piccola speranza c'è. Una piccola speranza per il videogioco italiano. Nel 2011 è nata Dreampainters. Possiamo dire che è un gruppo di amici con la passione per i videogiochi e le competenze adatte per realizzarne. Non si sono fermati davanti alle difficoltà e hanno trovato un publisher. 
Ma parliamo a questo proposito di Anna, pubblicato a Giugno 2012 da Dreampainters. Prendiamolo come caso studio.
Chi è Anna? O meglio, cos'è Anna? Iniziamo col dire che è un videogioco per PC ed è stato sviluppato da game designer italiani. Si tratta, per la precisione, di un'avventura horror punta e clicca in prima persona. Se ne trovano molti di videogiochi simili sul mercato, però quello che contraddistingue Anna e lo rende, diciamo, un po' unico è la sua ambientazione.
Non pensate ai mondi sconfinati ed esplorabili di Skyrim o alle ambientazioni surreali e intricate della saga di Myst. Anna è ambientato in un luogo più vicino di quanto possiate immaginare. Ci troviamo in Italia infatti, ma non a Roma o a Venezia (entrambe già comparse nel mondo dei videogiochi), bensì in Valle d'Aosta, tra i ridenti paesi di Champoluc e Periasc nel comune della Val d'Ayas.
Il luogo in cui è ambientato non è però così ridente. Siamo in una segheria abbandonata! Paura, eh? No? E se vi dicessimo che la lugubre segheria esiste realmente (ed è stata riprodotta nel gioco nei minimi dettagli) e che è stato luogo, anni fa, di terribili e misteriosi spargimenti di sangue? Non a caso, sangue versato sul pavimento scricchiolante è presente anche nell'ambientazione di Anna.
Ad ogni modo, avrete modo di esplorare completamente i diversi locali della segheria e il cortile attorno, a patto però che abbiate coraggio di proseguire fino in fondo alla storia e di risolvere finalmente l'enigma che da troppo tempo tormenta il protagonista.
I colpi di scena non mancano. Come non mancano nemmeno i rumori improvvisi e quei sinistri sussurri nel buio che vi faranno saltare sulla sedia. Figure spettrali e visioni improvvise, flashback e ricordi offuscati compariranno all'improvviso e andandosene con la stessa rapidità vi lasceranno un po' più confusi e sicuramente più curiosi di sapere come finisce la storia.
Ad ogni modo non daremo né voti né opinioni su questo titolo e lasciamo a voi l'onere di provare in prima persona questo gioco.
Speriamo che questo titolo riesca a ispirare e a far uscire dal guscio tutti i giovani game designer con tante idee e con un budget non miliardario in modo da poter avere in Italia più realtà di questo tipo.

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