Cinema e Serie TVSerie TV

I primi cinque episodi di Bang Bang Baby | Recensione

E voi, cosa fareste per conquistare l'amore di vostro padre?

Oggi debuttano sulla piattaforma streaming di Prime Video i primi cinque episodi di Bang Bang Baby, serie TV originale ideata da Andrea Di Stefano e noi siamo pronti per dirvi cosa ne pensiamo con questa recensione.

La recensione dei primi episodi di Bang Bang Baby

E voi, cosa fareste per conquistare l’amore di vostro padre?

È un po’ questo il concetto che si nasconde dietro Bang Bang Baby, la nuova serie TV originale di Prime Video. L’amore dei propri genitori, si sa, è qualcosa che nessun’altro al mondo è in grado di offrirci e nel momento in cui ne viene a mancare uno, si ha un vuoto freddo e incolmabile, proprio in mezzo al petto.

Questo è ciò che accade ad Alice Giammatteo, interpretata dalla giovanissima e brillante Arianna Becheroni.

Ci troviamo nell’Italia del Nord, precisamente nel 1986. In questo periodo la TV ci mostra mondi allegri, pieni di colori sgargianti e un’atmosfera tranquilla. Qui tutti, ma proprio tutti, sembrano essere genuinamente felici.

Questo mondo apparentemente allegro e sfavillante, però, scorre velocemente davanti agli occhi della nostra Alice.

Lei è una giovane adolescente di sedici anni, molto timida ed insicura, che vive con sua madre operaia in una cittadina del nord. Come ogni adolescente Alice sogna una vita un po’ meno monotona, meno grigia: insomma, qualcosa di simile a quello che vede in TV. Alice però sa che non potrà mai raggiungere quel tipo di felicità perché il suo cuore è stato fatto a pezzi dieci anni prima, quando suo padre è stato assassinato proprio davanti a lei.

Non ha dimenticato quel momento, che spesso torna a farle compagnia durante la notte. Non ha dimenticato lo sguardo di suo padre oppure le urla di sua madre. Alice non dimentica.

Tutto però cambia all’improvviso, quando la nostra Alice scopre che suo padre, in realtà, non è davvero morto quella sera. La giovane protagonista, in preda al panico e ai dubbi, scopre che suo padre è ancora vivo e si trova a Milano. Non sa cosa fare, improvvisamente è come se il mondo le stesse cadendo di nuovo addosso.

Ma insomma, quante volte può caderci addosso il mondo? Specialmente a sedici anni, età in cui dovremmo essere liberi e spensierati. Spoiler: a quanto pare molto spesso.

Alice è sempre stata insicura e non ha mai preso decisioni concrete, ha sempre tentato di sopravvivere. Ora però è decisa a ritrovare suo padre e a chiedergli cosa è successo quella sera ma, soprattutto, chiedergli per quale motivo non ha mai provato a cercarla in dieci anni.

Alice ha sempre sofferto a causa della mancanza del padre. Sua madre Gabriella, è vero, non le ha mai fatto mancare nulla; c’è sempre stata per sua figlia e ha sempre fatto il possibile per proteggerla. La nostra protagonista però ha sempre avuto questo vuoto nel petto dovuto all’assenza del padre.

Ora che suo padre, Santo Maria Barone, è vivo, nulla potrà fermarla.

La famiglia Barone, però, è pericolosa, complicata e diversa. Ci troviamo davanti ad un potente clan della malavita organizzata milanese, con a capo uno dei personaggi più determinati e spaventosi di tutta la storia: Nonna Lina. Alice però, ignara di tutto, si reca a Milano e inizia il suo lungo e tortuoso viaggio in un universo sconosciuto, dove regnano regole dure, sangue ma anche tradizioni di famiglia, pranzi abbondanti ed omicidi.

“La principessa di papà”

Bang-Bang-Baby-orgoglio-nerd
Credits: ©️Prime Video & Amazon Studios, photo by Andrea Pirrello

La serie TV si ispira al romanzo L’Intoccabile, di Marisa Merico, una storia realmente accaduta. Marisa Merico aveva solo quattordici anni quando si è recata in Italia dall’Inghilterra per conoscere suo padre, che al tempo era in prigione. Era solo curiosa e voleva conoscere in prima persona il padre che aveva deluso sua madre e che l’aveva lasciata sola.

Marisa però, come la nostra Alice, non sapeva che suo padre Emilio Di Giovine era un pezzo grosso della mafia e che sua nonna, Maria Serraino, era a capo di una banda calabrese molto potente che gestiva un enorme traffico di eroina che invase Milano intorno agli anni ’80.

Alice è sempre stata la principessa di papà ed è proprio su questo concetto che si muove imperterrita la nostra storia. La giovane protagonista si trova improvvisamente spaesata, persa: tutte le sue certezze si trasformano in cenere.

Alice non sa più a cosa credere, oppure cosa pensare: non sa più chi è.

La metamorfosi del personaggio è evidente dalla seconda metà del primo episodio perché Andrea Di Stefano, il regista, ha deciso di raccontare questa contorta e complessa storia dal punto di vista di Alice. Non è banale come ragionamento e, anzi, è un lavoro estremamente difficile.

Non è per nulla semplice entrare nella mente di una ragazzina di sedici anni, introversa e insicura, a cui all’improvviso crolla di nuovo il mondo addosso. Inoltre è piuttosto difficile provare ad empatizzare un minimo con ciò che Alice sta passando, non tanto per la particolarità della situazione ma proprio da un punto di vista emotivo.

Come si può empatizzare con una ragazza che credeva di aver perso il padre? In che modo è possibile empatizzare con una ragazza che ha vissuto senza padre? E come può sentirsi una ragazza che all’improvviso scopre che suo padre è vivo e in carcere?

Di Stefano prende il suo spettatore per mano e grazie alla talentuosa Arianna, insieme, riescono a farci empatizzare con Alice in un modo estremamente delicato e intenso. Si analizza tutto dal punto di vista di Alice e si provano le sue stesse emozioni.

Nel momento in cui si avvicina a Santo, la metamorfosi di Alice continua e il suo personaggio si trasforma. Lei vuole solo tornare ad essere la principessa di papà e, in un certo senso, è come se si sentisse in colpa nei suoi confronti. Alice però è anche improvvisamente decisa: lei vuole un padre con cui mangiare schifezze, andare al cinema e che le stia accanto. Lo pretende, dopo tutto quello che è successo.

Santo, d’altro canto, è un uomo affascinante ma è anche un manipolatore, un personaggio tossico. Non sembra molto propenso ad abbandonare la malavita ma i suoi occhi si addolciscono nel vedere sua figlia, davanti a lui.

Non possiamo dirvi con certezza se il suo amore per Alice è puro o meno (insomma, non vogliamo rischiare spoiler) ma tra i due si forma un improvviso e solido legame. È come se Santo non se ne fosse mai andato. Nell’arco di pochi secondi Alice ha di nuovo un padre e quel vuoto che sentiva inizia lentamente a colmarsi. Ma è proprio qui che i problemi iniziano a venire a galla.

Ci teniamo a fare i nostri complimenti alla giovane Arianna Becheroni. Riteniamo che nessun’altra avrebbe potuto interpretare Alice: il personaggio è suo. Con il solo ausilio del suo sguardo, la Becheroni riesce a trasmettere emozioni intense ed impeccabili. Riesce a passare da uno sguardo spento e privo di vitalità, ad uno sguardo colmo di dolore e dubbi. Siamo rimasti davvero sorpresi dalla sua performance.

La recensione di Bang Bang Baby: non è la classica serie TV “all’italiana”

Prime-Video-Bang-Bang-Baby-recensione-orgoglio-nerd
Credits: ©️Prime Video & Amazon Studios, photo by Andrea Pirrello

Bang Bang Baby è diversa dalle sue controparti italiane. Fin da subito ci offre un’atmosfera diversa, caratterizzata e influenzata dai meravigliosi anni ’80 e da ogni minima sfumatura presente in quegli anni. La cultura pop, le Big Babol rosa e appiccicose, i tormentoni alla radio, i bigodini e i capelli cotonati, George Michael e anche il nostro simpatico Pac-Man: tutti questi elementi, e molto di più, costruiscono passo dopo passo, minuto dopo minuto, la vera essenza di Bang Bang Baby.

Ci troviamo davanti ad una storia che non vuole lasciarci in pace, non vuole offrirci troppa tranquillità: ci catapulta all’improvviso in una realtà parallela, quasi. Da un lato abbiamo la Milano dei sogni di ogni adolescente cresciuto in periferia: colorata, chic, piena di vita; dall’altra, invece, abbiamo la malavita, le risse di notte dietro gli angoli, i sotterfugi e gli affari che si fanno lontano dal chiaro di luna.

La trama procede in modo lineare ma ad un certo punto inizia a ramificarsi e ci offre sotto-trame, punti di vista differenti, altri personaggi, altri problemi – il tutto senza però mai perdere di vista il nucleo di tutto: Alice.

I colpi di scena sono improvvisi, mai banali ed estremamente potenti. Ci sono state alcune scene che ci hanno lasciato a bocca aperta, non sapevamo cosa pensare o come sentirci.

Nel corso degli episodi incontriamo vari personaggi ma uno, in particolare, ci ha colpito. Stiamo parlando di un personaggio che incute timore e dolcezza allo stesso tempo: Nonna Lina. Una donna forte, indipendente, con un ruolo e un compito importanti: portare avanti il nome della famiglia Barone. Dopo la morte del marito è infatti lei a tenere le redini ed assicurarsi che ognuno faccia il proprio dovere. Mai mettersi tra i piedi di Donna Lina perché non ci penserà due volte – anzi, nemmeno una – a farvi fuori.

Sono poche le serie TV italiane di un certo spessore; nel nostro cuore abbiamo Romanzo Criminale, uno dei più grandi capolavori – a parer nostro – del piccolo schermo italiano. Bang Bang Baby è sulla giusta strada ed è decisamente la serie TV di cui il nostro Paese aveva bisogno. Noi, sinceramente, non vediamo l’ora di vedere gli ultimi cinque episodi per vedere come finirà la storia – se finirà.

Vi ricordiamo che oggi debuttano ufficialmente sulla piattaforma di Prime Video i primi cinque episodi di Bang Bang Baby. A partire dal 19 maggio, infine, saranno disponibili gli ultimi cinque episodi.

Da non perdere questa settimana su Orgoglionerd

✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
 
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
 
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
 
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
 
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
 
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Veronica Ronnie Lorenzini

Videogiochi, serie tv ad ogni ora del giorno, film e una tazza di thé caldo: ripetere, se necessario.

Ti potrebbero interessare anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button