Quest’anno, volenti o nolenti, non potete scappare dal Dottore. È il suo cinquantesimo anniversario, il suo anno, e quello dei suoi numerosissimi fans. Potete vederli nelle giornate attorno al 23 novembre aggirarsi con aria gioiosa, strani cappelli e sciarpe multicolore, lanciando sguardi furtivi a tutte le statue che incontrano. Ma come si può biasimarli? Bisogna festeggiare un’avventura lunga 50 anni. Cinquant'anni anni di viaggi nel tempo, di invasioni aliene e pianeti da salvare, di risate e lacrime. Un avventura la cui fine si spera essere il più possibile lontana, ma il cui inizio è un punto fisso nella storia, che neppure il Dottore coi suoi paradossi può modificare.
Dopo un cinquantennio di avventure la BBC ha ritenuto fondamentale volgere lo sguardo indietro a quell'inizio, a quel 23 novembre del 1963 in cui tutto è cominciato, e riportarlo in vita come solo loro sanno fare, per far rivivere quelle emozioni agli appassionati vecchi e nuovi. Era necessario ricordare quei momenti a coloro che il Dottore lo conoscono da sempre, perché non si dimenticassero da dove erano partiti, e raccontare una storia importante a coloro che invece l’ultimo dei Signori del Tempo lo hanno appena incontrato. Una missione difficile, ma quale modo migliore per portarla a termine che un film, o meglio un film-documentario targato BBC come ne producono tutti i giorni, ma con un sapore molto speciale.
An Adventure in Space and Time, il titolo non poteva essere più azzeccato, un’avventura nello spazio e nel tempo per dare vita al re dei viaggi nello spazio e nel tempo. La regia è stata affidata a uno dei produttori e screenwriter BBC più apprezzati del momento, Mark Gatiss, che già ha collaborato in passato alla serie in svariati modi. An Adventure in Space and Time racconta la storia di una donna inglese molto intraprendente e un produttore indiano alle prime armi, e di come, grazie all'aiuto di un attore un po’scorbutico ma sensazionale, sono riusciti a creare una serie destinata a passare alla storia. Lei era Verity Lambert, alla sua morte nel 2007 definita “il membro più potente della industria televisiva nazionale”, nel 1963 soltanto una giovane donna che cercava di farsi strada come regista nel mondo della televisione, senza abbassare la testa. Sydney Newman, allora Head of Drama della BBC, riuscì a notare questa personalità e decise di darle un’opportunità. Un progetto per una serie tv sci-fi che sarebbe servita a tappare un buco nella programmazione del sabato sera, qualcosa di semplice, con un budget ristretto. Ma Verity e il suo collaboratore Waris Hussein erano determinati, e non avevano intenzione di farsi buttare giù dalle difficoltà e dalle porte sbattute in faccia, così si misero a cercare qualcuno che potesse interpretare al meglio quell'alieno un po’strano e a volte severo, ma determinato a fare del bene, che sarebbe stato il protagonista di Doctor Who. William Hartnell fu scelto per la parte, ma si dimostrò inizialmente restio ad accettare, per via del pubblico a cui lo show era indirizzato, i bambini. Tuttavia fu proprio grazie ai suoi nipotini e alla loro emozione di fronte alla possibilità che il nonno interpretasse un ruolo di quel tipo, che l’attore accettò, e fra molti alti e bassi la produzione ebbe inizio. Il secondo episodio, "The Daleks", incollò al televisore 10 milioni di telespettatori, e per Doctor Who si preparava un posto nella storia.
Le difficoltà non erano di certo finite e portarono la serie sull’orlo del baratro più di una volta, ma ben cinquant'anni sono passati da quel 23 novembre ed eccoci ancora qui a sperare di sentire il TARDIS atterrare in giardino e seguire il Dottore in ogni sua avventura, cacciavite sonico alla mano. È questo lo spirito che An Adventure in Space and Time trasmette. Una storia interessante ed emozionante, che da un valore tutto nuovo alla serie tanto amata. Molto commovente, soprattutto nelle scene finali e in in quelle riguardanti la personalità di Hartnell. Un casting straordinario, in particolare una grande interpretazione di David Bradley nei panni di William Hartnell. Una grande attenzione ai dettagli e all'accuratezza storica. Semplicemente un gran bel film-documentario, capace di trasmettere lo spirito di cinquant'anni di Doctor Who, che non annoia ma riesce a dire qualcosa. Qualcosa che difficilmente un fan potrà non apprezzare.