Poco più di un anno fa veniva annunciata l’intelligenza artificiale AlphaGo di DeepMind, società controllata da Google/Alphabet e l’annuncio era seguito da grande gioia per gli enormi progressi compiuti. In questi giorni sulla rivista Science lo stesso team ha presentato AlphaZero.
AlphaZero è un’intelligenza artificiale che oltre ad imparare da sola come AlphaGo, riesce a vincere senza problemi confrontandosi con i campioni del mondo di scacchi, Go e Shogi. La sua particolare caratteristica è che, diversamente dalle precedenti versioni, riesce ad autoapprendere in appena tre giorni un nuovo gioco stilando le migliori tattiche per vincere.
Il commento di Murray Campbell, esperto di intelligenze artificiali
La ricerca è stata pubblicata su Science insieme ad un commento di Murray Campbell, ricercatore presso il centro IBM Thomas J. Watson Research Center ed esperto di intelligenze artificiali. Per Campbell, che nel 1997 è stato membro del team di esperti IBM che mise a punto e potenziò Deep Blue, famoso computer che riuscì a battere a scacchi il campione Garry Kasparov, AlphaZero “ha sapientemente chiuso un capitolo in materia di ricerca sull’intelligenza artificiale durato decenni”
Insomma, se Deep Blue era un sistema digitale di enormi dimensioni, oggi anche un’applicazione può battere l’attuale campione di scacchi Magnus Carlsen e AlphaZero è risultato vittorioso in qualunque gioco che di per sé fornisce le informazioni utili per simulare artificialmente un processo decisionale vincente. Addirittura è riuscito a battere il noto motore di scacchi Stockfish dopo sole 24 ore di autoapprendimento.
Si deve ancora scoprire il Sacro Graal delle AI
Difficilmente, però, potrà analizzare le problematiche della vita reale e risolverle in così breve tempo. Campbell ha spiegato che a questo punto è necessario ampliare ulteriormente il raggio d’azione di AlphaZero così che l’intelligenza artificiale possa prendere decisioni in quei momenti e in quei giochi in cui non ci sono schemi noti per vincere, come i videogiochi multiplayer o anche il poker. Dove, magari, si inserisce il fattore casualità e variabilità. Vincere questa sfida, al momento solo videoludica, significherebbe scoprire il Santo Graal delle intelligenze artificiali.
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