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Allerta suicidi, anche i social collaborano.

È arrivata l'estate!!
All'inizio avevo pensato di raccontarvi delle scorpacciate d'anguria, delle feste in yukata e dei matsuri cui ho partecipato nella mia prima afosissima estate giapponese.
Racconti pieni di gioia, di aria condizionata e granite dai colori sfavillanti.
E invece no.
Stavo leggendo The Japan Times e mi è caduto l'occhio su un articolo riguardante un sistema d'allerta di facebook per i post che potrebbero sembrare di persone tendenti al suicidio.
Come funziona: nel momento in cui si sospetta che una persona stia per farsi del male (dai post che scrive suppongo) è possibile premere un simbolo a forma di V, che fa partire una serie di opzioni, tra cui inviare direttamente un messaggio all'interessato, consultare altri amici sempre sul social oppure ricevere consigli da esperti su cosa poter fare.
In seguito, alla persona in potenziale pericolo, viene inviata una pagina speciale con numeri da chiamare o indirizzi a cui mandare un messaggio per potersi sfogare o cercare aiuto.
Tale sistema non è entrato in vigore solo in Giappone, ma sappiamo che il problema dei suicidi è lì particolarmente sentito.
Nel 2015, sebbene in diminuzione, il numero delle morti è stato 24.025
Cifre esorbitanti, che agghiacciano.
Le cause ipotizzate sono diverse, dalla indubbia crisi che non ha certo risparmiato il Paese, alla vecchia e conosciuta pressione sociale in un sistema rigido e che non sa ancora bene come essere flessibile e aperto.
Non per nulla abbiamo assistito anche alla nascita degli hikikomori 引きこもり,coloro che si auto recludono nelle loro stanze e smettono di avere contatti con il mondo esterno, tranne che attraverso lo schermo di un pc.
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Quando un fenomeno prende così tanto piede da aver bisogno che vengano coniate parole apposta per raccontarlo, allora sappiamo che l'impatto che ha sulla realtà è decisamente importante.
Vale la stessa cosa per il termine karōshi 過労死 con il quale si indicano tutte le morti dovute a eccessivo lavoro.
Il peso della responsabilità, gli straordinari, la mancanza di giorni di riposo, le vessazioni che possono aver luogo, sono solo alcune delle cause della fatica fisica e dello stress mentale cui si può essere soggetti sul posto di lavoro. Non solo in Giappone ma ovunque.
Tuttavia è proprio in Giappone che alla fine degli anni '70 è stata inventata la definizione per queste morti.
Una terminologia ben specifica per portare alla luce un problema che aveva già creato, e sta continuando a creare numerose vittime.
Entrando ancor più nello specifico esiste anche la parola karōjisatsu 過労自殺 per indicare i suicidi dovuti allo stress causato dal lavoro.
Ribadisco un'altra volta che ogni luogo, ogni popolo ha i suoi punti di luce e le sue ombre. E bisogna conoscerli entrambi. Soprattutto bisogna entrare in contatto con gli errori di altri per cercare una soluzione e per non commetterli a nostra volta.
Vi prometto che la prossima volta l'argomento sarà più allegro, tuttavia mi sembrava giusto spendere due parole per portare alla luce questi problemi di cui spesso si sentono dell'eco, ma che finché non ci toccano personalmente rimangono sospese nel vuoto.
Per qualsiasi curiosità e domanda non dovete far altro che mandarmi una mail al mio indirizzo mail: onigiricalibro38@orgoglionerd.it oppure scrivetemi un pm sulla mia pagina facebook Onigiri Calibro 38.
See you space cowboy!
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