Oggi è l’8 di gennaio. Alcuni di voi sapranno quale significato ha assunto questo giorno, mentre per altri potrebbe essere una novità: oggi è il giorno ribattezzato Ascanio Day da un nutrito gruppo di utenti di internet in Italia. Ma qual è l’origine di tutto questo?
Nel lontano 2008 un utente di YouTube decise di prendere il video di una celebre canzone pop iraniana ed aggiungervi dei sottotitoli con una buffa italianizzazione del testo basata sulle assonanze del persiano con la lingua italiana. I due versi più famosi di questa italianizzazione forzata sono appunto i primi due, che in italiano suonano all’incirca come “Hey, lascia entrare Ascanio / Dall’8 di gennaio.”
Nel corso degli anni il video è diventato sempre più popolare, arrivando a superare il milione di visualizzazioni, con picchi annuali intorno all’8 di gennaio, ovviamente. Da allora il genere delle canzoni in lingua straniera italianizzate ha avuto un revival sui social network e diverse canzoni di molteplice provenienza culturale e geografica hanno subito lo stesso trattamento, per quanto nessuna sembra aver raggiunto lo stesso successo di questa, attorno alla quale si sono sviluppati diversi meme, una sorta di celebrazione annuale e della quale sono state realizzate molte cover.
Come mai tendiamo ad interpretare frasi e parole di una lingua straniera con frasi che ci somigliano molto nella nostra lingua madre?
Il fenomeno si chiama mondegreen, termine coniato dalla scrittrice statunitense Sylvia Wright e spiegato all’interno di un saggio intitolato La morte di Lady Mondegreen. Il termine descrive il fenomeno per cui si scambia una frase per un’altra omofona, a causa di un errore di percezione od interpretazione quando la si è ascoltata.
Ciò avviene perché il nostro cervello, quando non comprende del tutto uno stimolo, cerca di interpretarlo riconducendolo a qualcosa a lui noto. La scrittrice racconta di aver scelto il nome “mondegreen” per il fenomeno perché quando era piccola sua madre era solita leggerle una raccolta di poesie in inglese antico del poeta Thomas Percy. La seconda frase del verso che recita “They hae slain the Earl of Moray / And laid him on the green” fu compresa dalla bambina come “And Lady Mondegreen”. Quando scoprì, una volta adulta, di aver sempre frainteso il significato del verso, decise di battezzare mondegreen questo fenomeno di pareidolia acustica.
Torniamo invece a parlare della canzone in oggetto. La versione originale si intitola “Ey Ghashang-tar az Paria” (comunemente abbreviato semplicemente in “Paria”), che dovrebbe significare all’incirca “Più bella di una Fata”, ed è una popolare canzone pop iraniana composta negli anni Ottanta dal cantautore ed attore Shahram Shabpareh. Shabpareh è stato una vera e propria celebrità nel suo paese d’origine: a 17 anni fondò la rock band Rebels (con la quale suona anche Paria) e dagli anni Sessanta ad oggi ha inciso più di venti album e recitato in alcuni film che erano piena espressione della vivacità delle giovani generazioni iraniane negli anni Settanta. È inoltre considerato il miglior batterista iraniano della storia.
Si trasferì a vivere in California verso la metà degli anni Settanta e purtroppo, con la rivoluzione islamica avvenuta in Iran nel 1979, la musica venne messa al bando dal nuovo regime islamico e Shabpareh si ritrovò impossibilitato a rientrare in patria insieme a moltissimi altri connazionali. Si stabilì a Los Angeles, dove si trova una nutrita comunità di esuli iraniani. Non ha mai smesso di fare musica e tuttora conduce uno spettacolo televisivo molto seguito sulle emittenti di Los Angeles che trasmettono in lingua persiana.
Secondo alcune persone Shabpareh sarebbe consapevole dell’inaspettato successo che ha riscosso in Italia, anche se forse non è a conoscenza del vero motivo della cosa. Nel 2013 si è esibito in Italia, e tra il pubblico, oltre a parte della comunità iraniana residente in italia, c’erano anche alcune delle persone che si sono appassionate alla musica di questo cantante dopo averlo scoperto grazie alla canzone travisata. Shabpareh, egli stesso amante della musica italiana, ha in un certo senso fatto inconsapevolmente l’inverso: ha infatti interpretato la canzone italiana T’amo e t’amerò di Peppino Gagliardi, divenuta, nella sua versione, Tamo Tamero.
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